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Wednesday 25 November 2015

THE TIME OF THE ETERNITY




Video of the works of art by Alessia Delvecchio, of the years 2012-2014, entitled "The Time Of The Eternity": Automatisms, Visions, Memories, The Portraits Of The Unconscious.

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Video delle opere d'arte di Alessia Delvecchio, anno 2012-2014 dal titolo "The Time Of The Eternity": Automatisms, Visions, Memories, The Portraits Of The Unconscious. 








Monday 22 September 2014

The Time Of The Eternity



Introduzione

The Time of the Eternity, Il Tempo dell’Eternità, è una serie di opere nate dalla riflessione sulla relazione esistente tra l’essere umano e il tempo, la potremmo anche chiamare Il Tempo dell’Uomo.
Il tempo per sua natura stabilisce un inizio e una fine, al massimo una durata, dei momenti vissuti nel transitorio. L’eternità non prevede l’uso del tempo, perché di per se stessa non ha tempo, è per sempre, è un continuum, non ha inizio e non ha fine, è un eterno adesso. Se uniamo questi concetti contrari otteniamo il tempo dell’uomo, un essere eterno che deve entrare nel tempo e nel negare la sua vera natura, afferma se stesso. Nell’imprimerci questo tempo addosso affermiamo il nostro io, ci stacchiamo dagli altri ed entriamo nel tempo dell’io sono, ma è proprio questo io sono che ci ricorda che siamo per sempre.
Tra il ricordo, l'apparizione, tra la realtà e il sogno l’artista ha portato a coscienza questo aspetto della percezione umana, che per lei è da un lato riconoscimento e da un lato un prendersi cura dell'uomo da parte del mondo spirituale. L’uomo infatti è costituito da varie componenti, visibili ed invisibili all’occhio umano. Principalmente sono di più le parti invisibili di quelle che noi percepiamo coi sensi ed è qui che l’arte ci può venire in aiuto per riuscire a comprendere quello che comunemente ci appare celato. Coi sensi che abitualmente adoperiamo riconosciamo solo il nostro corpo fisico come materiale, mentre i sentimenti che non possiamo “toccare” li facciamo rientrare in quella parte definibile come sfera dell’anima che è di per sé immateriale. Tra il corpo fisico e il corpo che racchiude la nostra anima, vi è un corpo appena percettibile quello eterico. Anch’esso immateriale, ma capace di impressionare la nostra retina, viene percepito nella sua luminosità quasi elettrica. Questo corpo vitale, mantiene in vita le nostre funzioni corporee e mantiene la memoria dei nostri comportamenti abituali. Procedendo sempre più nel mondo spirituale ci imbattiamo nell’Io, la nostra parte costitutiva eterna.
Gli artisti in ogni epoca si sono fatti i tramiti tra il mondo dello spirito (dell’al di là) e il mondo materiale, descrivendo quel che vedevano innescavano un processo: la spiritualizzazione della materia. Spiritualizzando la materia potevano cambiare l’atteggiamento degli altri nel confronto del mondo, mettendo le corde della loro anima a contatto con lo spirito. Tutto questo avveniva e avviene nel fruitore a livello inconscio naturalmente, perché quel che tocca l’animo umano è di per sé celato in ognuno di noi.
L’arte in epoche remote era considerata ad un altro livello, un livello di conoscenza coltivato da pochi che riuniva in sé scienza e religione. Pian piano ciò che la costituiva si è diviso in discipline a se stanti. Il percorso fatto dall’Arte Pittorica ci descrive come gli uomini abbiano ritratto attraverso il tempo se stessi in rapporto con la divinità e il mondo che li circondava. Ad iniziare con l’uso di tinte piatte e figure bidimensionali molto sintetiche, la pittura ha man mano preso colore, forma, volume, e peso fin da voler rendere nel più minuto dettaglio la tridimensionalità. La nascita della prospettiva ha reso più materiali i temi sacri e profani ai quali vengono aggiunti nei secoli successivi i ritratti, le scene di genere e le nature morte. Si arriva a portare il concetto di arte sempre più nella materia, allontanando sempre più lo spirito, il quale non appare più manifesto in immagini ma viene celato se non allontanato.
Solitamente si afferma che la vera crisi dell’arte abbia avuto inizio con l’introduzione di nuove forme d’arte che hanno una esecuzione più rapida. L’uomo moderno pensa maggiormente a trarre profitto dalle cose tralasciandone la bellezza. Quello che costa poco, poca fatica è meglio di quello che fa perdere troppo tempo e denaro, si può dire che l’uomo moderno si accontenta. Ma questa specie di pigrizia mentale non trova giustificazione nell’introduzione di nuove forme d’arte, anche se ci sono ancora quelli che preferiscono e additano che siano migliori le tradizionali per vari motivi. Col risultato che abbiamo una gran massa di persone divisa tra quelli che non amano l’arte e che credono gli artisti degli hobbisti e altri che credono di essere artisti senza aver nessuna cultura artistica. In mezzo a questo paradosso dovrebbe vivere l’arte con i suoi esponenti. Quello che è importante non è cosa sia meglio ma che possa coesistere una forma d’arte insieme ad un’altra.
Oggi nelle scuole d’arte viene insegnata la tecnica con un percorso che prevede l’apprendimento del disegno prima e poi della pittura attraverso il ritrarre oggetti geometrici, nature morte, paesaggi, animali e uomini. Una volta imparato a ritrarre la natura l’artista deve dimenticare quel che ha imparato, è lasciato libero o per meglio solo con se stesso. Alcuni decidono di perfezionare la loro visione del mondo esteriore attraverso una tecnica sempre più raffinata, altri esplorano anche altre discipline artistiche creando installazioni e performance, vogliono stupire a volte anche in maniera non proprio ortodossa lo spettatore, provocandogli un vero e proprio shock. Altri ancora aprono il loro mondo interiore e lo manifestano saggiando quel che sentono nell’aria in comunione con il loro spirito. Non sempre queste tipologie sono separate, a volte si interpenetrano, quel che importa è che possano coesistere, proprio come fanno le idee degli uomini. Ci sono persone che adorano esporre preconcetti, altri che amano le nuove idee, altri che han solo pensieri utili e altri inutili, la diversità negli uomini come nelle arti è fondamentale per la crescita dell’uomo. L’artista magnifica l’opera degli dei e la propria in modo manifesto, l’uomo che ogni mattino si alza e va a lavoro, non per se stesso ma per mantenere la propria famiglia, lo fa ugualmente in modo inconscio.
Il tempo dell’uomo sulla terra è quello di occuparlo con tutto se stesso nel fare, nell’amare e nel conoscere perché solo così si potrà compiere il suo progetto.  


L’inconscio rivelato

Tra il sonno e la veglia si fa avanti il mondo del sogno. Siamo abituati a credere che abitualmente l’uomo di giorno sia desto, che la notte dorma ed entri nel cosiddetto mondo onirico per poi risvegliarsi l’indomani. La scienza ci descrive tutto il processo in cui dormiamo, in che fase del sonno appare la cosiddetta fase REM (Rapid Eye Moviment) a cui si alterna una fase NON REM, ed infine quando avviene il momento del risveglio.
Il sogno è costituito da parti di ricordi di quello che è avvenuto durante la veglia, ad esempio gli echi del film visto prima di addormentarsi, di un famigliare o conoscente che ci aveva dato una determinata notizia durante il giorno. Oppure capita che qualcosa ci spaventi e ci svegliamo di soprassalto perché nella realtà sentivamo dolore, e bloccati nel movimento a causa del sonno, inavvertitamente c’eravamo appoggiati con l’intero corpo sopra la mano che si era addormentata. Lo spavento del sogno ci ridesta per riportare l’arto al suo stato naturale.
Eppure arriva anche qualcosa che non fa parte di questo incanto, qualcosa che diventa un suggerimento per continuare al meglio la vita di veglia. Attraverso il ricordo di questo sogno e la riflessione possiamo portare a coscienza questo incanto.
Per esempio, quando perdiamo qualcuno, il suggerimento ci arriva sotto forma di immagine, nel concretizzarla essa diventa un essere che in qualche modo “incantato” si prende cura di noi, creando una sorta di consolazione dell’anima.
Oppure quando compare una malattia è il dipinto stesso che con il suo automatismo ce la mostra  (Automatismo rivelatore, 2013).
L’artista a differenza dell’uomo comune può essere conscio del significato delle sue “visioni” che gli appaiono come veri e propri sogni ad occhi aperti durante la sua abituale vita di veglia. L’uomo solitamente le ha ma non ci fa caso, o rimangono a livello inconscio.



AUTOMATISMS

Cosa s’intende per automatismo? Partiamo col definire i termini automatico, automazione per poi trarre la definizione di automatismo:
Automatico: agisce per mezzo di un meccanismo;
Automazione: l’introduzione di processi produttivi meccanici, specialmente guidati da sistemi elettronici, in cui l’intervento manuale dell’uomo è ridotto al minimo;
Automatismo: carattere di ciò che è automatico, atti anche complessi e coordinati che vengono compiuti spontaneamente senza il concorso diretto di fattori esterni e fuori del controllo della volontà cosciente.

L’esempio più banale per far capire l’atto di un automatismo è quello che noi tutti compiamo quando siamo al telefono e scarabocchiamo su di un foglio involontariamente qualcosa. Per sperimentare consciamente questo stato di coscienza basta astrarsi nella regione dello spazio sopra gli occhi, in realtà ciò non avviene nello spazio, o nel tempo ma per meglio dire è come se il tempo diventasse spazio.
E’ in quella regione che avvengono i sogni. Nel lasso di tempo in cui l’anima con l’addormentarsi si stacca dal corpo e in quel lasso di tempo in cui ritorna a compenetrare il corpo nuovamente al mattino seguente, avviene il sogno. Quindi si avranno sogni alla sera e al mattino, nelle stesse circostanze, e sempre in quella regione. Mentre il corpo eterico costruisce e ripara il nostro corpo fisico, l’intero uomo è immerso in questo mondo di forme che è il mondo eterico compenetrato dal mondo animico e dal mondo spirituale. L’artista nel creare le opere contenute nella serie degli “Automatisms” non pensava con l’intelletto di progettare delle determinate forme, esse erano emerse unicamente attraverso il movimento eterico della mano. Proprio come fa l’uomo abitualmente quando guida l’auto, senza pensare ad ogni movimento compiuto perché oramai divenuto un’abilità del corpo.
Il corpo fisico si muove secondo i movimenti che fa l’uomo nella sua vita abituale sulla terra: il pensiero astratto produce i movimenti lineari.
Il corpo eterico si muove secondo i movimenti spirituali: il cervello eterico produce movimenti circolari come quelli che compiono i corpi celesti in cielo.
Il corpo animico si muove secondo le leggi della prospettiva del colore: l’anima asseconda i suoi sentimenti colorando lo spazio bidimensionale dell’opera d’arte.
Gli automatismi sono realizzati attraverso l’unione di questi movimenti (Fig. 1) in quanto lo spirito tende all’unità. 



VISIONS

Le visioni sono per l’artista immagini vere e proprie che appaiono come lampi davanti a sé. Simili per costituzione alla stessa materia di cui sono fatti i sogni, immateriali, evanescenti e con colori iridescenti, appartengono al cosiddetto mondo eterico che ci circonda. Nate da un bagliore mutano velocemente forma (come in un filmato) e pian piano scolorano sino a sparire.
L’artista a differenza dell’uomo comune può essere conscio del significato delle sue “visioni”. L’uomo abitualmente le ha ma non ci fa caso, o rimangono a livello inconscio.
Tra le opere che sono raccolte in questa serie possiamo notare il tema rivolto ai sensi. Ogni immagine esalta uno dei nostri sensi abituali: la vista, l’udito, il gusto, il tatto e l’olfatto, in un gioco di rimandi, che fa perdere momentaneamente il senso dell’orientamento per ritrovarlo in un nostro equilibrio con l'opera che diventa equilibrio interiore.
Spesso l'artista vede comparire davanti agli occhi un'immagine che lo spinge a creare un'opera d'arte, come se questa volesse assolutamente incarnarsi nel mondo fisico e manifestarsi all'uomo. L'uovo cosmico (The Cosmic Egg) rappresenta fin dall'antichità l'archetipo del cosmo, il simbolo cosmogonico della creazione dell'universo. Come il divino ha realizzato l’opera d’arte del creato, l’artista nel suo microcosmo ricrea nell’opera d’arte quel macrocosmo.
Con l’avvertimento "She Watches You!" ovvero lei ti guarda! si affronta la teoria per cui si crede che gli oggetti elettronici abbiano una propria anima, la quale ha la tendenza a risucchiare le forze di chi li usa. L'unico modo che l'uomo ha di combattere queste forze negative sarebbe di "conoscere" questi mezzi e quindi di essere coscienti nei loro confronti. Il loro utilizzo nocivo o benevolo infatti dipende da chi ne fa uso. E' accertato che creano dipendenza nell'uomo e questo rischio va ponderato con coscienza. QCon quest'opera chiude la serie delle visioni che ha portato a coscienza vari temi legati alla natura dell'uomo in relazione alla percezione del mondo odierno.



MEMORIES

I ricordi rappresentano quel sunto di emozioni che l’artista ha provato dopo certi fatti accaduti durante l’arco della propria vita. Con questo ciclo di opere l’artista mostra come i suggerimenti provenienti dal mondo spirituale, abbiano portato a superare varie avversità, prove che la vita mette davanti ad ognuno di noi.
L’artista rende visibile attraverso la forma e il colore, come i sogni nella loro bidimensionalità, acquistino la sostanza di forme-pensiero nella loro concretizzazione di opera d’arte.
Per esempio, quando perdiamo qualcuno, il suggerimento ci arriva sotto forma di immagine, nel concretizzarla essa diventa un essere che in qualche modo “incantato” si prende cura di noi, creando una sorta di consolazione dell’anima (La consolazione dell’anima).
Alcune di queste opere si ispirano al passato perché il peso del passato ci segna tutti in un modo o nell'altro e come sempre ci ritorna incontro, sta a noi superarlo o meno a seconda di come siamo maturati nel frattempo...
“I buy you!" ricorda la vecchia moneta italiana ormai sostituita dall'euro. Anche se la facciata della moneta può cambiare col tempo, quello che non cambia è il suo posto nel mondo. Vi siete mai chiesti cosa potrebbe accadere al mondo se il denaro morisse? Per adesso l'unica cosa che sappiamo è che l'uomo deve sottostare alle sue regole e allora chi è che compra veramente? Molto probabilmente è il denaro stesso che ci usa per i suoi scopi e non il contrario.
Questa serie di opere si conclude con cinque immagini seriali “The painting” che hanno come soggetto un barattolo di vernice con impressa sull’etichetta la definizione di pittura. L’immagine vuole suggellare il divenire di questa arte. Un tempo l’artista prendeva ispirazione dall’alto mondo spirituale, ormai la pittura è stata denaturalizzata e investita di un freddo intellettualismo. Sopraffatta dal materialismo i suoi strumenti tecnici sono diventati alla portata di tutti deformandone la vera essenza.


THE PORTRAITS OF THE UNCONSCIOUS

Si può ritrarre il mondo dell’inconscio? A tutta prima sembrerebbe di no, dopotutto ciò che è inconscio non è per sua natura manifesto. L’artista crede che un duro lavoro di autocritica può rendere esplicito il proprio mondo interiore. Occorre una grande volontà e forza morale per poter ammettere certi lati di noi stessi, lati più o meno oscuri. I “Portraits of the Unconscious” sono una sorta di immagine introspettiva di quello che ognuno di noi rinchiude in sé, le proprie paure, angosce, debolezze che difficilmente ammettiamo d’avere o per paura o per orgoglio e che solitamente galleggiano in sospeso, assopite. Un giorno, per una causa banale, per un litigio con qualcuno, per la perdita di una persona cara, o semplicemente perché ci troviamo a riflettere su noi stessi in un momento rubato alla vita che ci circonda, questo mondo sotterraneo che abbiamo tenuto lì come congelato nel tempo, riemerge. Una volta fuori può crearci grandi turbamenti oppure se ci pensiamo bene il riconoscimento di questo lato del nostro essere che abitualmente preferiamo nascondere per comodità, quasi per pigrizia nei confronti della nostra volontà di pensare, ci può aiutare enormemente nella nostra crescita come uomini. Il compito dell'arte infatti non è sottolineare le cosiddette "paure inconsce dell'uomo", ma di descriverle e trasformarle in positivo, eternando il bello che è in ognuno di noi. Ritrarre le paure degli altri è un trasformarle in qualcosa di bello, è come vincerle. L’arte trasforma il brutto in qualcosa di eterno e bello, vincendo su ogni male.
In questa serie troviamo non solo la descrizione delle nostre comuni paure inconsce, come sappiamo il destino dell’uomo non si va a formare in modo unilaterale, ma è composto da una moltitudine di variabili che dipendono dalle nostre scelte quotidiane. Infatti in noi non vi è solamente una componente celata dei ricordi inconsci che preferiamo nascondere, in noi vivono pure i ricordi benevoli, le buone azioni compiute, i sogni e le aspirazioni del fanciullo che è in noi (La gioia del poeta). La nostra anima infatti è composta da infinite sfumature di colore e come i colori che formano l’arcobaleno, anche questa possiede uno spettro che va dalle tinte più cupe a quelle più vivide e luminose.
Conclude questa serie un trittico formato da "The Human Drama", “The Cosmic Humor” e “The Human Virtues” che ritraggono rispettivamente il dramma umano, l’umorismo cosmico e l’umana virtù. Il dramma umano viene rappresentato dalla collocazione dell'uomo nel mondo, il suo essere costretto tra il cielo e la terra, in bilico tra le sue imperfezioni e la sua divinità. L’umorismo cosmico sta in mezzo, ha funzione mediatrice tra il dramma e le virtù umane, ed ha l’aspetto di un androgino. E’ un essere perfetto che racchiude le due nature umane come lo era il primo Adamo. Le virtù umane sono più attaccate al cielo che alla terra, sospese, sta all’uomo il saperle farle proprie.   L’opera d’arte è l’espressione del mondo spirituale in quanto atemporale e spaziale è un istante eterno, è il tempo dell’eternità.


Alessia Delvecchio
THE TIME OF THE ETERNITY,  Catalogo,  Settembre 2014